A chi spetta il primo inquadramento clinico del paziente obeso?
Quale è la figura professionale che meglio può valutare il problema e definire il profilo di rischio in questi pazienti?
Una domanda che sottintende sia la complessità del problema, ma anche la necessità che una malattia così diffusa non possa trovare soluzione solo nei centri specialistici.
mercoledì 18 marzo 2009
domenica 16 novembre 2008
L'Obesità è una Malattia della Società?
Il sondaggio di questa settimana indica chiaramente che l''opinione prevalente è che l'Obesità sia una malattia della società più che dell'individuo.
Naturalmente il sondaggio non ha nessuna pretesa di scientificità ma fotografa un'opinione ampiamente diffusa. In realtà non è facile stabilire quale sia il confine tra libertà individuale e responsabilità della società nell'alimentazione degli individui. Non è certo un mistero che i consumi alimentari, siano fortemente indirizzati dalla pubblicità e dagli strumenti di persuasione del mercato. D'altronde questa prospettiva comporta il grave rischio di deresponsabilizzare il cittadino per quanto riguarda le scelte alimentari e questo non aiuta certo a reperire le risorse individuali necessarie per modificare lo stile di vita.
La stessa società industriale che ora cerca la cura per l'obesità potrebbe essere definita "obesiogena" in quanto spinge i consumi alimentari verso standard qualitativi e quantitativi poco salutari.
Però queste considerazioni, per quanto corrette, non aiutano a risolvere l'obesità dello specifico paziente che abbiamo di fronte. Resta la consapevolezza che agire solo sull'individuo, pensando di curare l'obesità come una qualsiasi altra malattia, sia destinato all'insuccesso in una percentuale elevata di pazienti ancora a lungo.
Se l'Obesità è veramente un'epidemia, forse è opportuno considerare che le epidemie non si sono mai superate con i soli strumenti della medicina clinica, ma hanno sempre avuto bisogno di interventi di politica sanitaria che modificassero prassi e consuetudini della società.
Naturalmente il sondaggio non ha nessuna pretesa di scientificità ma fotografa un'opinione ampiamente diffusa. In realtà non è facile stabilire quale sia il confine tra libertà individuale e responsabilità della società nell'alimentazione degli individui. Non è certo un mistero che i consumi alimentari, siano fortemente indirizzati dalla pubblicità e dagli strumenti di persuasione del mercato. D'altronde questa prospettiva comporta il grave rischio di deresponsabilizzare il cittadino per quanto riguarda le scelte alimentari e questo non aiuta certo a reperire le risorse individuali necessarie per modificare lo stile di vita.
La stessa società industriale che ora cerca la cura per l'obesità potrebbe essere definita "obesiogena" in quanto spinge i consumi alimentari verso standard qualitativi e quantitativi poco salutari.
Però queste considerazioni, per quanto corrette, non aiutano a risolvere l'obesità dello specifico paziente che abbiamo di fronte. Resta la consapevolezza che agire solo sull'individuo, pensando di curare l'obesità come una qualsiasi altra malattia, sia destinato all'insuccesso in una percentuale elevata di pazienti ancora a lungo.
Se l'Obesità è veramente un'epidemia, forse è opportuno considerare che le epidemie non si sono mai superate con i soli strumenti della medicina clinica, ma hanno sempre avuto bisogno di interventi di politica sanitaria che modificassero prassi e consuetudini della società.
giovedì 13 novembre 2008
Il Nuovo Blog di SIO-web
Iscriviti a:
Post (Atom)